Hanno pedalato e degustato in lungo e in largo le colline #mangiaebevi dell’Oltrepò Pavese, sono i ragazzi dello special team Bike Division guidato da Andrea Tonti, ex ciclista professionista, fondatore di un Tour operator specializzato (da 10 anni) in prodotti (e servizi) per i ciclisti che pedalano per turismo, passione, divertimento, allenamento con una particolare attenzione per gli … accompagnatori che in questo tipo di avventure, viaggi, hanno la possibilità di ritagliarsi il proprio spazio anche senza pedalare.
Comune denominatore: gustare il territorio in tutte le sue sfaccettature, soprattutto esperienze eno-gastronomiche e poi di cultura, di storia, di natura e benessere. Per proporre questo Prodotto, il Tour Operator marchigiano, che organizza viaggi in Italia (progetto Pedaliamoitalia) o all’estero, è venuto a testare itinerari e luoghi, nonché a prendere contatto con le prime strutture ricettive – cantine e aziende agricole comprese – per proporre nei prossimi mesi il pacchetto Oltrepò Divino, che punta a fare conoscere il territorio attraverso la storia e la bellezza delle colline vitate di questo grappolo di Lombardia. Tutto da scoprire. Dove la natura fa la differenza.
La ricognizione tecnica di questo progetto firmato Bike Division di Andrea Tonti, supportato con entusiasmo dal Consorzio Tutela Vini Oltrepò, ha fruttato anche in termini di comunicazione oltre che di materiale promozionale e racconta bene il territorio per posizionare un Prodotto – Oltrepò Divino da degustare pedalando – in questa area interessante da tanti punti di vista, perché soprattutto intercetta una passione e fidelizza il valore dell’esperienza.
Magda Antonioli, direttrice del Master dedicato all’Economia del turismo della Bocconi, intervenendo sulle colonne de LaStampa (in un pezzo a firma di Valentina Frezzato) ha detto a tale proposito: «Sono i Consorzi di tutela del vino ad avere l’opportunità di evolvere il loro ruolo di player di riferimento per la valorizzazione e la promozione integrata dei territori, contribuendo allo sviluppo dell’enoturismo, considerato asset strategico per la ripartenza. È un’attività normata dal decreto ministeriale dello scorso anno, ancora poco conosciuto e applicato».
Il turismo legato al cibo e al vino è chiaramente strategico per il giro d’affari, per i livelli di occupazione che può generare, per il conseguente export, per l’indotto. Ma innanzitutto sono elemento fondante della cultura di questo Paese. Ed è questo il punto dal quale i Consorzi di tutela (tutti e 124 quelli riconosciuti) devono partire.
«Condizioni base – continua Antonioli – sono la presa d’atto di questa opportunità e la condivisione di competenze, di storie di successo e di buone pratiche con le realtà consortili e con i produttori. Dal campione di consorzi finora intervistato abbiamo scoperto che l’80 per cento dedica spazi alla comunicazione del proprio territorio e vede nell’enoturismo un’opportunità importante per il comparto. C’è ancora da lavorare per incidere attraverso azioni integrate sull’offerta, online e offline».