Il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, founding supporter di Milano Wine Week 2020, ovvero partner ufficiale dalla prima edizione, quella del 2018, ha interpretato in tutte le sue sfumature la presenza in questa edizione della ripartenza del mondo del vino

Oltre alle due degustazioni di Palazzo Bovara, in presenza (ad inviti) e sulla piattaforma digitale (Digital Wine Fair), che hanno avuto un grande successo con il racconto di territorio e delle sue eccellenze, declinato attraverso un giro di Perle d’Oltrepò, 8 calici di tipologie diverse – capaci di accompagnare il winelover o il degustatore dall’antipasto al dolce – per entrare davvero in questo storico territorio del vino, Milano Wine Week è stata occasione di comunicazione, presenza, confronto, studio e relazioni.

Il Consorzio, che supporta dalla prima edizione questo evento, in qualità di founding supporter accanto ad altri brand prestigiosi del mondo del vino, ha vissuto 9 giornate intense sia in presenza che digitali, sfruttando al massimo la potenzialità di questa fondamentale ripartenza del mondo del vino che si era fermato con il lockdown e lo slittamento delle edizioni 2020 di ProWein e Vinitaly. 

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IL WINE DISTRICT. Il quartiere Eustachi ha visto sfilare le sue Perle d’Oltrepò, divenute proposte – prodotti nei menu di locali e somministratori. In occasione dell’inizio dei lavori di Milano Wine Week, il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese ha presentato il nuovo cocktail OltreMiTo, in una bellissima serata informale ad inviti.

Affiancandosi alla versione cocktail in rosé (con base Rosé OP), chiamato Spritz Pavese, proposto per la prima volta un anno fa in occasione del GP di Monza, da Sergio Daglia, barman e docente esperto del settore, del Ristorante Locanda Selvatico di Rivanazzano Terme, questo cocktail parla ai giovani attraverso la Bonarda, vino pop per eccellenza prodotto sulle colline dell’Oltrepo’ Pavese, che insieme al Bitter (Campari, fra l’altro proprio l’inventore del Campari ha origini pavesi), diventa molto… chic e conquista anche Milano. L’idea è stata lanciata in una serata organizzata al bistrot AL Tagliando di via Eustachi 32, dove il giovane Bartender Pietro Testa si esibisce solitamente in compagnia di 70 tipi di gin!

Ecco tutti i locali del Quartiere milanese Eustachi che hanno aderito al progetto di Milano Wine Week e sono diventati anche portavoce delle eccellenze del territorio attraverso il Consorzio Vini Oltrepò: Bao Bar- Via Esustachi n.24, Al Tagliando-Via Eustachi n. 32, Atmosphere- Via Eustachi n.15, Hosteria- Via Stoppani 9, Pacino Cafe-Piazzale Bacone n.9, Twelve Cafe- Piazzale Bacone n.12, La Bracelleria- Via Carlo Matteucci, ang, Via Paracelso, 1, Barrel-Piazzale Bacone n.4, Pause-Via Ozanam n.7, Ombre Rosse-Via Plinio n.3.

Ecco tutte le aziende presenti con i loro vini al District Perle d’Oltrepò: Bertè e Cordini, Cà di Frara, Cantine di Mezzaluna, Cantine Vitea, Castello di Luzzano, Conte Vistarino,  Finigeto, Giorgi Wines, Il Feudo Nico, La Versa, Losito e Guarini, Maggi Francesco, Marchese Adorno, Mazzolino, Piccolo Bacco dei Quaroni, Quaquarini, Tenuta Il Bosco, Torre degli Alberi, Travaglino, Vanzini.

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SHAPING WINE STRATEGIE PER IL MONDO DEL VINO
. Fra le novità tutte da approfondire della super digital edition di Milano Wine Week ecco la prima edizione di Shaping Wine, un contenitore e un laboratorio di idee che rappresentano il futuro e il presente del settore vitivinicolo e un nuovo approccio ai consumi e alla valorizzazione delle produzioni. Giovedì 8 ottobre, in SDA Bocconi (e sulla piattaforma digitale in diretta streaming) lo Shaping Wine ha esplorato la tematica dell’interdipendenza tra spazi virtuali e fisici delle città, al cui interno si intersecano comportamenti individuali e sociali. Perché progettare e definire le strategie delle aziende vitivinicole implica comprendere i cambiamenti che interesseranno gli spazi di acquisto e di consumo delle città.

L’evento è stato organizzato in collaborazione con SDA Bocconi che ha aperto il suo Osservatorio del vino alla edizione super digital di Milano Wine Week. Nel cuore del forum anche uno strategic talk dedicato a prodotto e category management che ha visto intervenire Gilda Fugazza, presidente del Consorzio Tutela Vini Oltrepò, Marco Magnacavallo, CEO & Founder, di Tannico, Riccardo Pasqua, CEO, Pasqua Vigneti Luca Pizzighella, Direttore Commerciale, Signorvino Arturo Ziliani, CEO & Enologo Berlucchi.

Roberta De Sanctis, che ha moderato con il professor Andrea Rea, ha puntualizzato alcune strategie e fornito un contenitore di idee utili a disegnare e costruire nuove chiavi di successo per vendere il buon vino italiano e orientare gli investimenti. Provocando con gentilezza i suoi relatori ha chiesto fra l’altro loro di andare oltre il classico storytelling e ha domandato, fra l’altro: i vostri consumatori potrebbero non essere interessati ad ascoltarvi, quali strategie mettere dunque in campo?

Dobbiamo convincere i produttori a dialogare di più con i distributori e trovare una proposta adatta del prodotto che non sia statica e definita a priori, ma anche più creativaha detto Gilda Fugazza, presidente del Consorzio Oltrepò – si potrebbe immaginare di creare una suddivisione che aiuti il consumatore nella scelta e dia qualche informazione maggiore, come ha fatto Eataly nel nuovo punto di vendita di Londra che propone vini pop, icon e via discorrendo. Una cosa è certa, dobbiamo fare in modo che il produttore dialoghi di più con il distributore e adeguarci ai cambiamenti tecnologici, che sono anche culturali, come dimostrano le città che vengono ridisegnate anche con spazi diversi dedicati ad una nuova socializzazione; il ruolo del vino è diventato traino e adesso deve diventare referenza.

Il cliente al centro, deve essere fidelizzato con il servizio e il valore aggiunto di un servizio – ha detto ancora Gilda Fugazza, sottolineando il modo di operare di Tannico e di Signorvino molto attenti ai nuovi trend – Il vino in qualsiasi scaffale o metodo di distribuzione ha sempre un racconto alle sue spalle da spendere nel modo giusto. Bisogna guardare anche alle nuove modalità di vendita che pescano dal passato, dalla storia anche del vino, vedi le buchette nate in tempi di pestilenza…bisogna essere pronti a cambiare, mantenendo saldi i valori e l’espressione di un territorio.

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Mettere il cliente al centro significa anche diventare garanti di prodotti sicuri: E in questo gioca in modo importante il ruolo del Consorzio che è sempre di più il trait d’union tra le aziende e la Regione e tra le aziende e il Ministero. E può essere anche un trait d’union con la distribuzione, guidandola anche nella scelta di prodotti per così dire garantiti. Il Racconto del vino può partire dallo scaffale, e deve sempre essere un racconto di territorio che fa venire voglia di degustare, di conoscere i luoghi da cui proviene. La conoscenza crea consumo, il consumo crea voglia di conoscenza.

Cambiano le proposte di vendita, si pensa anche a nuovi consumatori: Ai giovani, ad esempio, – conclude Gilda Fugazza – che dobbiamo intercettare senza stancare con racconti che diamo per scontato, ma conquistare puntando sui loro momenti di consumo. Gli aperitivi per fare un esempio, proponendo come abbiamo fatto di recente una Bonarda d’Oltrepò o un Rosé OP da Pinot nero in due cocktail paralleli e molto diversi. L’OltreMito e lo Spritz Pavese. Interpretati da chi ama la nostra terra e la vuole proporre a tutti i target.