In relazione al nuovo DPCM messo in atto dal Governo per contrastare la Pandemia da Covid-19 proponiamo le reazioni del mondo del vino, che coinvolgono produttori, ristorazione, filiera vitivinicola, settore particolarmente colpito dalle nuove restrizioni. La lettere di Federdoc e le posizioni di Uiv e Federvini

La lettera del presidente di Federdoc Riccardo Ricci Curbastro indirizzata ai Presidenti, ai Consiglieri e ai Direttori dei Consorzi Associati: (…) vorrei condividere con voi lo sconcerto ed a tratti la profonda arrabbiatura che lo sconsiderato DCPM di ieri mi ha provocato.  Sconsiderato perché da Maggio ad oggi il nostro Governo ha solo saputo ordinare banchi a rotelle, ma non attrezzare nuove terapie intensive, coinvolgere i privati nel trasporto pubblico garantendo un effettivo distanziamento negli spostamenti verso scuola e lavoro, organizzare un effettivo controllo sulle movide notturne, potrei continuare ma tanto risponderebbero rimpallando responsabilità tra Governo e Regioni.

Ieri sera sono passato da una sensazione di impotenza ad una più battagliera, che ci vedesse protagonisti, per far sentire forte e chiara la nostra voce a chi ci governa; si continua a non capire che, mettendo in ginocchio l’economia, di fatto si penalizza in modo decisivo una serie di categorie che non riusciranno più a risollevarsi. Tra queste, non ci sono solo baristi e ristoratori, ma anche aziende del nostro settore. 

Stamane avevo pensato a proteste eclatanti, anche manifestando davanti al Mipaaf, magari insieme a tutti voi, per esprimere tutto il nostro sdegno, per l’adozione di misure che  metteranno in difficoltà, in modo irreversibile,  la tenuta economica delle nostre aziende, già duramente colpite dai tre mesi di lock down totale. Dopo una serie di telefonate con responsabili di categoria e istituzioni, si è cercato di ragionare su quali potessero essere le eventuali soluzioni. 

In particolare, volevo segnalarvi che i vertici del Ministero si sono già attivati su come dare ristoro alle aziende vitivinicole sulla mancata vendita dei vini a DO in questo ulteriore mese di chiusura.  Da una indagine fatta da Nomisma (maggio 2020) per conto di Verona Fiere – Vinitaly, risulta che il valore della vendita dei vini nel canale Horeca vale circa 6,5 miliardi di euro; di questi si può ipotizzare che almeno l’80% sia il valore delle DO, per cui il solo mese di Novembre (tradizionalmente ricco di lavoro anche in vista di cene natalizie e regalistica) potrebbe valere non meno di 500 milioni per il solo settore di nostra competenza.

Ai ristoratori è stato promesso un aiuto per il mancato fatturato di Novembre. È ipotizzabile fare altrettanto per i produttori di vini a DO?  Ci è stato anticipato che, per quanto riguarda il nostro settore, oltre alla misura di decontribuzione sugli oneri contributivi già messa a punto dal Governo, si sta pensando di riconoscere alle aziende un contributo pari al 20/30% sul valore del mancato reddito relativo al periodo di chiusura. Vi terrò informati circa gli sviluppi di questa ipotesi.

L’UNIONE ITALIANA VINI qualche giorno fa era uscita con questa nota che riportiamo integralmente (fonte Ufficio Stampa UIV Ispropress, data 22 ottobre 2020):  Unione italiana vini, a nome degli oltre 150.000 viticoltori rappresentati, intende ringraziare l’amministrazione e il presidente della Regione Lombardia per aver recepito nell’ordinanza n. 623 del 21 ottobre le richieste del settore. In particolare, sostiene l’associazione che esprime complessivamente il 50% del fatturato italiano di vino e l’85% del fatturato export, l’aver rimosso il divieto di asporto di qualsiasi bevanda alcolica da parte di tutte le tipologie di esercizi pubblici, nonché da parte degli esercizi commerciali e delle attività artigianali dalle ore 18.00 consentirà alle aziende vitivinicole di limitare i danni che questa emergenza sta comportando ormai da mesi sia sul mercato interno che su quelli esteri.

FEDERVINI-DPCM: LE NUOVE RESTRIZIONI DANNEGGIANO ULTERIORMENTE IL COMPARTO DEI VINI E DEGLI SPIRITI.  Martedì 27 ottobre 2020 –  Pur condividendo la necessità di dare massima priorità alla salute pubblica con ulteriori azioni di prevenzione, Federvini guarda con estrema preoccupazione alle nuove misure restrittive che coinvolgono pesantemente i pubblici esercizi ha dichiarato Sandro Boscaini, presidente di Federvini.

I locali pubblici costituiscono il luogo di elezione per il consumo dei nostri prodotti, realizzando una filiera allargata che è uno dei vanti per il made in Italy. Per questo sarebbe necessario ripensare alle misure in modo tale da salvaguardare contemporaneamente salute pubblica e aspetti economici, da un lato con iniziative improntate alla flessibilità, dall’altro rimodulando provvedimenti come crediti di imposta e defiscalizzazioni.