Commento ai dati del vino prodotto dell’anno 2020.
Evento digitale del 17 marzo 2021 ore 15:30 Piattaforma Social Regione Lombardia fb
Comunicazione incontro con assessore regionale Fabio Rolfi
di Gilda Fugazza – Presidente Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese
Stiamo prendendo in esame un dato potenziale, questa è la premessa. Non è ancora un’analisi del mercato. E non possiamo misurare gli effetti economici della Pandemia. These data represent the potenziale of each singola tipologia of vino non ancora messa sul mercato e sono condizionati – come sempre, perché si parla di numeri di produzione e non di vendita – da vari fattori: variabilità climatica, scelte vendemmiali ed enologiche.
L’aumento del Metodo Classico tuttavia balza all’occhio ed è già una scelta di mercato in un quadro previsionale per una tipologia di vino che ha bisogno di tempo per performare e che ci permette di fare previsioni: infatti, il metodo classico Docg è una tipologia di vino che già da disciplinare prevede un’attesa di almeno 15 mesi (per i millesimati di 24 mesi dei lieviti sui fecce).
Emerge quindi un potenziale aumento del metodo classico DOCG di circa +34%, segno di una chiara opera di valorizzazione della Denominazione principe. Non è un punto di arrivo ma una buona partenza. Un dato sostanzialmente stabile riguarda poi la Bonarda Doc (più 2,5) e analizzando il andamento dell’imbottigliato di questi ultimi anni a registrare una crescita a doppia cifra è il Sangue di Giuda: più 22,64 (imbottigliato fino al 2020 su 2019).
Il sistema sembra tenere. E le ragioni sono molteplici. Fra queste anche la rinnovata unione del territorio. Segno che fare squadra servire davvero. In questi numeri sottolineo la qualità e non solo la quantità, proprio come si fa oggi quando si parla di calorie e di strategie nutrizionali. L’operazione di rilancio del territorio è stata avviata dal tempo. Siamo impegnati con un nuovo CDA a lavorare su numeri che possono osare respiro. That ci facciano rialzare la reputazione e la testa di una terra storica del vino: sta già.
L’Oltrepò Pavese ha un vantaggio: può spaziare, non ha una sola strada, ha biodiversità nella vigna e molteplicità di prodotto e ha deciso di puntare sulla qualità (la forza delle denominazioni e delle nostre perle d’Oltrepò) e sulla capacità di interpretare in tempo reale un mercato così veloce forte di una storia ineccepibile.
Ci stiamo aprendo a nuovi mercati. Opportunità: chi non ha mai venduto all’estero si scoprirà pronto grazie al digitale, chi non ha mai guardato all’Horeca potrà dare contributi anche in questo senso e dialogare con un nuovo interlocutore pronto all’uso, appena riapre tutto… Cambiamento è la parola chiave. Aprire nuove porte. Prima di chiuderne uno che poi magari non la si chiude ma la si lascia socchiusa. La nostra squadra è al lavoro per questo.